
Testo di Ada Vita Finzi
La famiglia era composta dal padre Bonaparte, nato a Casale Monferrato il 12 novembre 1896, figlio di Napoleone Ottolenghi e Vittoria Colombo, volontario della Prima guerra mondiale come Tenente del Genio con il ruolo di automobilista e dalla madre Matilde Terracini, figlia di Giuseppe e di Annetta Eugenia Colombo, nata a Torino il 13 luglio 1903 dedita alla famiglia, e da una figlia, Elena, nata a Torino il 28 ottobre 1929.
Bonaparte e Matilde si sono sposati il 27 maggio 1928. Una famiglia ebraica non particolarmente osservante. Bonaparte era diplomato in Ragioneria a Torino, lavorava nel settore come libero professionista.
Con l’avvento delle leggi razziste nel 1938 Elena venne espulsa dalla scuola pubblica che frequentava, continuò gli studi presso la scuola ebraica istituita dalla Comunità, dove scrisse dei diari molto fascistoidi, depositati all’Istoreto di Torino.
Dopo l’8 settembre 1943, quando Torino fu occupata dai tedeschi, la famiglia Ottolenghi si rifugiò in Val Pellice ritenendo che la comunità valdese potesse proteggerli e che quindi fosse una zona sicura in cui rifugiarsi. In Val Pellice gli Ottolenghi hanno vissuto per quasi un anno presso la famiglia Baridon. In un’altra casa si erano rifugiati anche la sorella di Matilde, Livia Terracini, vedova del prof. Giacomo Tedesco ex preside della scuola ebraica, con il figlio Giuseppe. Due dei fratelli di Livia e Matilde Terracini, Vittorio ed Emilio, dopo le leggi razziste si erano rifugiati con le rispettive famiglie in Brasile. Un terzo fratello, Federico Terracini, l’8 settembre andò in montagna unendosi al gruppo di partigiani della zona di Corio Canavese, con il nome di tenente Rossi dove perse la vita.
Nonostante la giovane età, Elena (14 anni) e il cugino Giuseppe Tedesco ancora più giovane, riuscirono a contattare il segretario comunale di Torre Pellice Silvio Rivoir che li rifornì di carte false a nome Ottoni per gli Ottolenghi e Tosco per i Tedesco.
Ai primi di dicembre 1943 in Val Pellice si svolse la prima battaglia partigiana dove fu ferito e morì in ospedale Sergio Diena, cugino di Elena. Due giorni dopo i tedeschi occuparono la valle battendo casa per casa in cerca dei partigiani. Gli Ottolenghi non si sentirono più sicuri e decisero di andare a rifugiarsi a Leinì, comune nei pressi dell’aeroporto di Caselle, dove viveva la loro vecchia domestica Lina Castagno e dove sono rimasti fino alla liberazione.
Dopo il 25 aprile tornarono a Torino: Bonaparte riprese il suo lavoro di ragioniere. Elena studiò per recuperare i due anni persi e diede gli esami a settembre nella sessione speciale per partigiani, militari e perseguitati. Lei disse che era entrata in terza liceo scientifico grazie alla preparazione avuta alla scuola ebraica.
Dopo la guerra, i soldati della Brigata Ebraica arrivati in Italia cominciarono a radunare i giovani per parlare di sionismo e della Palestina. Elena cominciò a partecipare a queste riunioni tanto che, tramite la HaShomer Hatzair, fu mandata in Francia, a Parigi, a seguire un corso di un mese per diventare madrihà. Anche perché in quel periodo furono istituiti i gruppi degli zofim (scout ebraici) e poi di Hehaluz.
I giovani ebrei italiani si riunirono in diverse località fra le prime Ceriano Laghetto. Nel 1948 la riunione si tenne a Bivigliano. Lì, a causa dell’acqua di un pozzo inquinata per la presenza di un cadavere, diversi partecipanti fra cui Elena si presero il tifo. Elena dopo mesi di agonia si salvò solo con l’arrivo delle prime dosi di penicillina arrivate dall’America. Nel 1948, dopo la maturità, si iscrisse alla Facoltà di Scienze agrarie che seguì con interesse fino alla laurea nel 1952. In quegli anni fu sempre attiva nei gruppi ebraici di Hechaluz dove conobbe Emilio Vita Finzi con cui si fidanzò e si sposò poi il 17 maggio 1952. Una volta che furono tutti e due laureati, Elena in agraria ed Emilio al Politecnico di Milano, fecero l’alya e si stabilirono nel kibbutz di Alonim.
Nel novembre del 1953, Elena non essendosi bene integrata ed essendo incinta volle tornare in Italia. Si stabilirono a Torino. Emilio si mise a lavorare nella ditta CIE (compagnia di impianti elettici) di suo papà ed Elena a insegnare. Nel giugno 1954 nacque una bimba, Anna, che a causa di problemi del Rh negativo all’epoca poco conosciuti morì dopo un mese.
Solo nel 1958, dopo molti studi sui problemi del Rh, nacque la seconda figlia Ada. Elena fece molti concorsi per diverse categorie di insegnamento e alla fine vinse tre cattedre, ma scelse di insegnare economia ed estimo negli istituti tecnici per geometri dapprima a Pinerolo e poi a Torino. Scrisse diversi testi per geometri sia di economia agraria che di estimo adottati in molti istituti italiani.
Andata in pensione anticipata si dedicò alla famiglia e ai genitori che mancarono Bonaparte il 28-12-1994 e Matilde il 26-9-1996. In quegli anni è stata Presidente delle Opere Pie della Comunità ebraica. Quando la ditta del padre chiuse, Emilio andò a lavorare ad Aosta alla Cogne (1969 – 1978) e alla fine alla SADEA di Verres (1978 – 1986) dove si occupò di diversi prodotti, fra cui le 500 lire formate da due metalli.
Andato in pensione si interessò di materiali biologici, in particolare di materiali biocompatibili per protesi, come consulente della SEIPI (Società esportazioni importazioni prodotti industriali S.p.a.). Pubblicò dei lavori e tenne conferenze su quegli argomenti.
Gli ottimi risultati ottenuti furono brevettati. Nonostante i suoi numerosi impegnativi incarichi lavorativi Emilio di interessò sempre di politica soprattutto negli ambienti della resistenza tanto che diventò Presidente provinciale dell’ANPI piemontese (carica che conservò fino alla morte). Molto attivo nei raduni e commemorazioni di azioni partigiane e scriveva sul Giornale Patria. Attivo anche nella comunità ebraica torinese dove fu eletto Consigliere. Elena, Emilio e diversi amici della Comunità ebraica di Torino istituirono il Gruppo di studi ebraici tuttora attivo.
Emilio mancò improvvisamente il 21 novembre 1991. Nel frattempo, la figlia Ada si era laureata in Chimica e tecnologie farmaceutiche e sposata con Sergio Lascar. Il 13 dicembre 1988 nacque Daniel e il 12 ottobre 1993 Elisa. Elena è mancata il 24 luglio 2024.